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08.10.2023

Il muro di Berlino raccontato

Il muro di Berlino, Die Mauer, è stato il simbolo di molte cose per quasi trent’anni del Novecento generando riflessioni e ispirazione in molti artisti, tra cui tanti musicisti. Berlino Ovest divenne negli anni 70 una forza attrattiva insolita per molti di loro: per l’aria di libertà che si respirava, tra case occupate, renitenza alla leva, e musica tanta musica che vi circolava in una Germania che divenne vertice di un’avanguardia musicale che in Italia venne chiamato Krautrock.
Con uno sguardo obliquo da studioso italiano, Emiliano Visconti cercherà di raccontare quale immaginario musicale quel muro abbia generato, in chi si è trovato a passeggiargli di fianco, come David Bowie o anche in chi mai l’ha visto dal vivo, come i Pink Floyd, perché quel muro travalicava ogni fisicità.
Ed è sotto quel muro che è nato uno dei più importanti gruppi punk italiani, i grandiosi CCCP – Fedeli alla linea. Quali altre musiche sono nate da quel 1961 in cui venne teso il primo filo spinato a quel 1989 in cui il muro venne tirato giù? E che ruolo ha la musica in tutto questo?
In questa serata presso la sede della Frankfurter Stiftung für deutsch-italienische Studien, ne ripercorreremo la storia attraverso la narrazione di Emiliano Visconti intercalata dalla visione di video d’epoca o di video montati per l’occasione con le musiche originali. Per chi impara l’italiano sono previste slide
con la spiegazione di quel che viene narrato. Regia e realizzazione a cura di Emiliano Visconti.

Domenica 8 ottobre 2023, ore 18.30

Entrata 15 €, prezzo ridotto 10 €

Posti limitati - È obbligatoria la prenotazione telefonicamente 069746752, via email info@italienstiftung.eu oppure in sede.

Emiliano Visconti vive tra Francoforte sul Meno e la Romagna. È organizzatore di eventi letterari e musicali, come pure direttore artistico di vari Festival. Laureato all’Alma Mater di Bologna in Musicologia con Roberto Leydi, è inoltre narratore orale, rapsodo, dal mondo della storia della popular music, del rock e dintorni.
Michela Murgia di lui ha detto: «forse la definizione più corretta per Emiliano è quella di ‘agitatore culturale’»